Nel dibattito pubblico, capita spesso che le opere universitarie vengano raccontate - e per scopi fini a loro stessi - attraverso numeri e cantieri. Ma ci sono progetti che vanno guardati da un’altra prospettiva. Il campus scientifico di Grugliasco è uno di questi.
Parliamo di un progetto che prevede 22.000 mq dedicati a studio e didattica, 47.000 mq dedicati alla ricerca con attrezzature all’avanguardia; 7.000 mq di spazi sportivi unici, oltre a un parco urbano che apre davvero, insieme ai dipartimenti già presenti, a una dimensione di campus internazionale. per non parlare, dei circa 530 MLn di ricadute previste.
Non si tratta semplicemente di un’infrastruttura. È una piattaforma di futuro, pensata per rafforzare la ricerca, favorire l'interdisciplinarietà, creare connessioni e costruire alleanze tra Università, imprese, istituzioni locali e internazionali. E’ una visione di futuro per l’università e il territorio, che nasce nel 1996 con i primi dipartimenti, intreccia il Piano Strategico dell’allora Sindaco Castellani, prosegue con l’accordo di programma del 2017, poi con l’inizio dei lavori del Campus, e da vita a una visione policentrica e ecosistemica, di specializzazioni e vocazioni territoriali.
Questo è il livello su cui ho scelto di lavorare negli ultimi anni, insieme a colleghe e colleghi di diversi Dipartimenti.
Il mio contributo non ha riguardato la gestione edilizia del progetto – affidata al vicerettore competente – ma la definizione dell’identità scientifica del nuovo polo e la costruzione di una rete ampia e solida di partenariati pubblici.
Lavoro sempre fedele al mio metodo derivante dall’essere una scienziata. E cosi anche sul campus di Grugliasco, e fino a quando sono stata coinvolta, il lavoro è stato lungo e corale, producendo risultati tangibili concreti, permettendoci, anche a cavallo con il progetto Butterfly Area, di ottenere risorse per centinaia di migliaia di euro per progetti connessi al Campus. Da MIRRI, unica Infrastruttura di Ricerca a guida di un Ateneo in Italia, al lavoro sulle Green Technologies in NODES, la firma di accordi con imprese ed enti di ricerca nazionali e internazionali e la firma di un protocollo di intesa con Regione, città metropolitana, comune di Grugliasco, Politecnico e Camera di Commercio. E’ proprio grazie a questo lavoro che il progetto per la residenzialità, tema oggi rilevantissimo, all’interno del Campus è giunto primo in tutta Italia al bando del MUR.
E il campus non sarà solo un contenitore di attività, ma un luogo vivo di sperimentazione, formazione e impatto. Uno spazio dove nuove generazioni di studenti e ricercatori potranno lavorare in ambienti attrezzati, in dialogo costante con il territorio e con il mondo.
In un tempo in cui si invocano risposte al caro affitti, alla dispersione delle sedi, alla difficoltà di accesso alla ricerca, la realizzazione di campus integrati e funzionali – come già sottolineato da voci autorevoli a livello nazionale – è una strada da percorrere con decisione. Non come forma di isolamento, ma come modello di sviluppo universitario sostenibile.
Grugliasco nasce da qui: da un’intuizione condivisa, da una visione territoriale ed europea, da un'idea di università capace di generare conoscenza e legami dentro una logica fortemente ecosistemica.
Mi preoccupa fortemente che, ancora una volta, per colpire me si colpisca l’Ateneo tutto, e per meri calcoli elettorali si getti discredito su un’opera strategica come lo è stato il CLE e come sarà Parco della Salute. Mi auguro lo sforzo di tutti, a maggior ragione di chi si candida a Rettrice o Rettore, sia trovare soluzioni, per un'opera che, per il suo valore economico, e, soprattutto, per quello scientifico e formativo, è centrale per l’Ateneo, per la nostra Regione e per l’intera realtà universitaria italiana. Un progetto che guarda alle realtà internazionali ed è costruito a partire da una logica di ecosistema territoriale, che ritengo cruciale per il futuro anche per la sostenibilità economica, e che rivendico con forza.
È con questa esperienza che mi preparo a guidare l’Ateneo: con la consapevolezza che grandi opere e grandi investimenti devono poggiare su una visione chiara, condivisa e responsabile.
La visione che porto come Rettrice è quella di un’Università che costruisce reti, crea valore, attiva territori. Una comunità capace di progettare e realizzare spazi, ma soprattutto idee, opportunità e futuro.
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